Sotto cieli noncuranti

di Benedetta Cibrario

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Matilde ha dodici anni. Non sopporta i guanti spaiati e compie piccoli, bizzarri rituali per addomesticare la realtà, per darle un ordine.
È un dicembre torinese, pieno di neve e di ombre. Pochi giorni prima di Natale, il padre di Matilde, il magistrato Giovanni Corrias, è chiamato a indagare sul caso di un bambino morto in circostanze misteriose. Mentre avvia i primi accertamenti e formula le prime ipotesi sua moglie viene investita da un’auto, ed è come se la sorte disegnasse una sua geometrica contemporaneità. Al colpo durissimo il magistrato risponde facendo leva sul senso del dovere e della professione, aggrappandosi alle indagini in corso. Violaine, una giovane poliziotta laureata in psicologia, lo aiuta a ricostruire la sequenza dei fatti.
Matilde, intanto, osserva gli adulti e il loro dibattersi alle prese con la fragilità dell’esistenza. Con ostinata tenerezza si domanda in che maniera curare il dolore del padre e delle sorelle, nella convinzione che spetti a lei tentare di aggiustare quello che si è improvvisamente rotto, e alla geometria oscura della morte se ne sovrappone un’altra, luminosa e impalpabile.
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Benedetta Cibrario

Benedetta Cibrario (Firenze, 1962), scrittrice, ha esordito con Feltrinelli pubblicando Rossovermiglio (2007; premio Campiello 2008), a cui hanno fatto seguito Sotto cieli noncuranti (2009; premio Rapallo Carige 2010), Lo Scurnuso …

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  • Marchio: Giangiacomo Feltrinelli
  • Data d’uscita: 10 Febbraio 2010
  • Collana: I Narratori
  • Pagine: 256
  • Prezzo: 12,00 €
  • ISBN: 9788807018008
  • Genere: Narrativa
‟Biancovermiglio, una madre assassina?” Intervista a Benedetta Cibrario

‟Biancovermiglio, una madre assassina?” Intervista a Benedetta Cibrario

Sotto cieli noncuranti ‟non è un giallo, e neppure un thriller, anche se è molto diverso da quel Rossovermiglio di tre anni fa che l'ha rivelata al pubblico e alla critica, vincendo un po' a sorpresa il premio Campiello del 2008. Là si trattava della storia d'una donna e della sua tenace lotta per dare un senso alla propria vita, dalla Torino anteguerra molto formalista e classista alla Toscana della modernità. C'era una voce che raccontava se stessa. Qui la scrittrice forse stupirà il suo pubblico: si è rivolta infatti alla strumentazione del libro di genere, ma per farne un uso molto personale. La vicenda è narrata da diversi punti di vista narrativi, sempre femminili.”