Il ritorno di Lorenzo Marone
Brontolone, cinico, pigro, bugiardo: è così che si potrebbe descrivere Cesare Annunziata. Come quella volta in cui, per attaccare bottone con la sua futura moglie, si era inventato di possedere...
di Ma Jian
“Un humour nero di grande profondità… Fa pensare a Italo Calvino” The Daily Telegraph
Ogni settimana, uno scrittore politico e un donatore di sangue professionista si incontrano per cena. I due sono amici improbabili: molto diversi, hanno filosofie e stili di vita opposti. Ma vivono nella medesima realtà, la Cina post-Tienanmen, quella delle grandi opportunità, delle libertà ritrovate e dei facili guadagni. Durante una serata particolarmente alcolica, lo scrittore decide di raccontare i personaggi che popolano il suo immaginario e di cui vorrebbe scrivere, se solo ne avesse il coraggio. Complice una bottiglia di buon vino, facciamo allora conoscenza con un trentenne che, acquistata una fornace di seconda mano da un istituto d’arte, avvia una brillante attività di cremazione, deliziato dalla possibilità di molestare i cadaveri di agenti di polizia e segretari di partito. C’è poi l’attrice dal cuore spezzato che compie un suicidio pubblico, entrando nelle fauci di una tigre selvaggia, e lo scrittore su commissione che passa la vita a comporre lettere d’amore per gli altri. Con questo dipinto corale Ma Jian, le cui opere sono tutt’oggi bandite in Cina, traccia un esilarante ma corrosivo ritratto di coloro che lottano per sopravvivere a un sistema che detta ogni loro mossa.
Ma Jian è nato in Cina, a Qingdao, nel 1953. Ha lavorato come riparatore di orologi, pittore di poster di propaganda e fotoreporter per una rivista diretta dallo stato. A …