Il ritorno di Lorenzo Marone
Brontolone, cinico, pigro, bugiardo: è così che si potrebbe descrivere Cesare Annunziata. Come quella volta in cui, per attaccare bottone con la sua futura moglie, si era inventato di possedere...
“Un’analisi inedita e necessaria.” Aldo Grasso - Corriere della Sera
Tutti pensiamo di sapere che cos’è la canzone italiana. Ne parliamo con gli amici guardando Sanremo, la ascoltiamo su Spotify
o su vinile, la cantiamo sotto la doccia, la amiamo, la odiamo, o entrambe le cose insieme. Ma che cosa rende “italiana” una canzone? Quali sono le tematiche, le melodie che la fanno essere tale? Felicità suona come una tipica “canzone italiana” – e allora Via con me di Paolo Conte, con quello swing americano e quella voce roca, non lo è? Fatta circolare su spartito o su rivista, trasmessa dalla radio, suonata da dischi e juke-box, al cinema e alla tv, in concerti e festival, la canzone è stata, per un pubblico sempre più giovane, il punto di partenza per definire la propria identità. Da fine conoscitore della storia musicale, Jacopo Tomatis parte dalla canzone napoletana per percorrere tutta la strada fino alla trap e, scavando negli archivi e analizzando non solo il fenomeno culturale ma anche l’industria nel suo insieme, ne scrive una nuova storia.
Storia culturale della canzone italiana ripercorre i generi e le vicende della popular music in Italia ribaltando la prospettiva: osservando come il dibattito culturale abbia pensato la canzone, quale ruolo la canzone abbia avuto nella cultura e come questo sia mutato nel tempo – dal Quartetto Cetra agli urlatori, da Gino Paoli al Nuovo Canzoniere Italiano, da De Gregori a Ghali.
Jacopo Tomatis, musicologo, giornalista, musicista, insegna Popular music al Dams di Torino ed è redattore del “Giornale della musica”.