Un uomo entra in un supermercato all’interno di un grande centro commerciale di una città francese, ruba una lattina di birra e viene bloccato da quattro addetti alla sicurezza che lo trascinano nel magazzino e lo ammazzano di botte. Questo scarno fatto di cronaca è narrato da Mauvignier in una sola frase, un flusso di parole ininterrotto teso quasi allo spasimo, per raccontare quella mezz’ora in cui finisce insensatamente una vita, per fare il resoconto minuzioso di una morte assurda, per non dimenticare, per farci indignare. Torna così il suo sguardo purissimo su un universo di ‟umili” che la scrittura rigorosa accoglie senza un briciolo di retorica, senza un’ombra di furbizia. Raro, oggi, nel trionfo dei format narrativi nei quali la realtà diventa un reality, uno stile così impeccabilmente morale, una prosa così pudica e vera.
La stampa italiana su Degli uomini:
“Sconcertante e bellissimo.” Daniele Giglioli, Il Sole 24 Ore
“Degli uomini è un romanzo duro e sublime.” Fabio Gambaro, la Repubblica