Il ritorno di Lorenzo Marone
Brontolone, cinico, pigro, bugiardo: è così che si potrebbe descrivere Cesare Annunziata. Come quella volta in cui, per attaccare bottone con la sua futura moglie, si era inventato di possedere...
Definire lo Stato, secondo Pierre Bourdieu, è una sfida folle e smisurata. Ma tentare l’impossibile è il mestiere e l’ambizione del sociologo. Da un’immensa quantità di dati si tratta di costruire un modello, cioè un complesso di proposizioni sistematicamente connesse e verificabili che spieghi un insieme di fatti storici il più ampio possibile. Solo allora si potrà dire che cosa sia lo Stato.
I corsi che Bourdieu tenne al Collège de France tra il 1989 e il 1992, di cui questo volume raccoglie la seconda parte, mettono in scena questa formidabile impresa. “Bisogna rompere con le grandi teorie, come si deve rompere con il senso comune e diffidare della comprensione immediata.” Così facendo, sarà possibile “riappropriarsi delle categorie del pensiero di Stato
che lo Stato ha prodotto e inculcato in ciascuno di noi”.
Lo Stato inteso come autorità sovrana esercitata su un certo popolo e territorio viene colto come un enorme feticcio, una vera e propria “banca del capitale simbolico”. Ogni istituzione, spiega Bourdieu, per avere successo deve esistere “nelle cose e nei cervelli”, grazie a regole riconosciute e condivise, dunque deve avere consenso. E, soprattutto, deve promuovere l’oblio della propria genesi. Queste lezioni ci invitano a non dare per scontato quello che il senso comune considera naturale e necessario. Tramite un’analisi genetica della nascita dello Stato, Bourdieu dimostra che l’invenzione più duratura della modernità, dotata dell’autorità e del potere di garantire l’ordine pubblico attraverso l’esercizio della violenza legittima, fisica e simbolica, è una potentissima illusione.
“Lo Stato si costituisce progressivamente come una vera e propria banca centrale del capitale simbolico.”
Un grande pensatore della sociologia contemporanea esplora la genesi dello Stato e svela il mistero della sua finzione collettiva.
Pierre Bourdieu (1930-2002), nato a Denguin, nei Pirenei, morto a Parigi, filosofo e uno dei maggiori sociologi contemporanei, è stato direttore di studi all’École Pratique des Hautes Études en Sciences …