Il ritorno di Lorenzo Marone
Brontolone, cinico, pigro, bugiardo: è così che si potrebbe descrivere Cesare Annunziata. Come quella volta in cui, per attaccare bottone con la sua futura moglie, si era inventato di possedere...
Reduce da un divorzio, senza un soldo in tasca, vicino alla pensione, trasandato e sovrappeso nonostante i tentativi di stare a dieta, il detective della Squadra Omicidi di Miami Hoke Moseley è pieno di casini. Il capo gli ha sbolognato una valanga di casi irrisolti sulla scrivania. Dovrebbe istruire la sua nuova collega di origine cubana, Ellita Sanchez, giovane e voluttuosa, che però attraversa un momento esistenziale ancora più complicato del suo. L’ex moglie gli rispedisce le due figlie con una lettera accompagnatoria che non prevede replica. E, problema per niente irrilevante a Miami, deve trovare casa. Poi viene chiamato a indagare sulla morte per overdose di un ragazzo e quello che sembrava un caso di routine rischia di trasformarsi in qualcosa di diverso: l’avvenente matrigna della vittima è infatti ansiosa di portarsi a letto Hoke e lui si chiede se questa non sia la soluzione a tutti i suoi problemi. O forse è solo l’inizio di una catena di eventi ancora più imprevedibili e sfortunati?
Se in Miami Blues il detective della Squadra Omicidi Hoke Moseley era un comprimario, in Tempi d’oro per i morti Willeford fa di lui un protagonista: l’investigatore meno eroico e più divertente nella storia del noir.
“Un purosangue.”
Antonio D’Orrico, Sette del Corriere della Sera
Charles Willeford nasce in Arkansas nel 1919 e muore a Miami nel 1988. A otto anni, rimasto orfano, si trasferisce a Los Angeles dalla nonna. Trascorre l’adolescenza vagabondando per l’America sui …