Testa di cane

di Morten Ramsland

Spaziando per tre generazioni il narratore racconta la storia della sua sgangherata famiglia. Questa prende le mosse dalla fuga dai tedeschi del nonno paterno negli anni Trenta passando per la storia di Niels che viene alla luce nella latrina di casa - e passa tutta la sua vita a sfuggire da questo segno del destino - per arrivare al presente, in cui il narratore è tornato a casa dal suo esilio d'artista ad Amsterdam per dare l'ultimo saluto alla nonna paterna morente. Quest'ultima è la narratrice della famiglia, e le resta ancora qualcosa da raccontargli. E forse ha anche sepolto da qualche parte in giardino un tesoro costituito dai soldi guadagnati dal nonno con il contrabbando….
Con Testa di cane (centomila copie vendute nella sola Danimarca) Morten Ramsland si è aggiudicato il prestigioso ‟Alloro d'oro”, premio assegnato dai librai danesi al miglior romanzo dell'anno.
Leggi tutto…

Morten Ramsland

Morten Ramsland, nato nel 1971, si è laureato in Letteratura danese e Storia dell’arte. Con Testa di cane (centocinquantamila copie vendute nella sola Danimarca), pubblicato per la prima volta da …

Scopri di più sull’autore
  • Marchio: Giangiacomo Feltrinelli
  • Data d’uscita: 21 Febbraio 2008
  • Collana: Universale Economica
  • Pagine: 325
  • Prezzo: 8,55 €
  • ISBN: 9788807720048
  • Genere: Tascabili
  • Traduttore: Eva Kampmann
Morten Ramsland vincitore del Premio Berto sezione narrativa straniera

Morten Ramsland vincitore del Premio Berto sezione narrativa straniera

Morten Ramsland autore di Testa di cane è il vincitore del Premio Giuseppe Berto sezione narrativa straniera. La premiazione si è svolta sabato 9 giugno a Mogliano Veneto (TV).La motivazione della Giuria.
Morten Ramsland presenta Testa di cane

Morten Ramsland presenta Testa di cane

‟Testa di cane è il nome della creatura immaginaria con cui la sorella maggiore di Asger, il narratore, terrorizza il fratellino. Il bambino crede che questo personaggio abiti sotto le scale che portano alla cantina nella casa dei suoi genitori. Ma all’età di undici anni per lui la creatura immaginaria si trasforma in una visione spaventosa strettamente legata alla convinzione di aver ucciso la zia ritardata. Narrando la storia della sua famiglia, Asger si confronta con il senso di colpa e di vergogna per l’‟omicidio”. Torna a casa per guardare negli occhi Testa di cane, perciò il romanzo ha questo titolo. Non stiamo parlando dunque del personaggio di una tela di Egon Olsen e non ci sono riferimenti all’insulto con cui spesso i bambini danesi si scherniscono tra loro.”