“Un punto di riferimento” New Left Review
Cinque racconti che mostrano come la povertà e la repressione politica abbiano annientato quella che un tempo era considerata una cultura ricca e brillante. Messo clamorosamente all’indice in Cina nel 1987, Tira fuori la lingua ha costretto Ma Jian all’esilio, rendendogli impossibile ancora oggi pubblicare nel suo paese.
"È un libro volgare e osceno che diffama l’immagine dei nostri compatrioti tibetani. Ma Jian non è in grado di descrivere i grandi passi avanti compiuti dal popolo tibetano nella realizzazione di un Tibet socialista unito e prospero. Il ritratto del Tibet che esce da quest’opera sudicia e ignobile non ha nulla a che vedere con la realtà, e altro non è che il prodotto dell’immaginazione dell’autore e del suo desiderio ossessivo di sesso e soldi… A nessuno dev’essere permesso leggere questo libro. Tutte le copie devono essere confiscate e distrutte immediatamente.” (Annuncio della messa al bando dell’opera in Cina)

Ma Jian
Ma Jian è nato in Cina, a Qingdao, nel 1953. Ha lavorato come riparatore di orologi, pittore di poster di propaganda e fotoreporter per una rivista diretta dallo stato. A …
