Il ritorno di Lorenzo Marone
Brontolone, cinico, pigro, bugiardo: è così che si potrebbe descrivere Cesare Annunziata. Come quella volta in cui, per attaccare bottone con la sua futura moglie, si era inventato di possedere...
Il romanzo racconta l’incredibile storia di José Cantoná, un giovane solitario e senza qualità, sempre in vestaglia e boxer, indolente, che fa la prima colazione a base di vodka. Vive nell’immaginaria Miranda, riconoscibilissima però nell’odierna Colombia. Ebbene, José è anche il sosia perfetto di Pedro Akira, leader dell’opposizione al presidente dittatore Tomás del Pito. Akira viene ucciso in una trattoria italiana della capitale con tre colpi di pistola in mezzo alla fronte. È in ospedale, morto, ma la cosa resta segreta. José viene contattato dal principale collaboratore di Akira e, strappato alla sua routine, si ritrova a dover impersonare il leader dell’opposizione almeno fino alle elezioni, prima in ospedale come degente e poi in pubblico. Ma la faccenda si fa sempre più pericolosa e, coinvolto in un vortice di eventi, combattuto tra l’amore per un’infermiera che lo contraccambia appassionatamente e l’insinuante attrazione per il ruolo che interpreta, finisce per acquisire una dignità che neppure lui immaginava di possedere.
La storia inizia con toni che dall’ironico sconfinano nel grottesco, suscitando ilarità persino nella descrizione delle tragedie, e pagina dopo pagina assume sempre più spessore; il protagonista evolve da caricatura a dolente eroe suo malgrado, in un crescendo di coinvolgimento per il lettore, passando dalla superficialità di una visione scanzonata e sprezzante della sanguinosa realtà della Colombia alle viscere dei drammi individuali e collettivi di un intero continente.
Antonio Ungar è nato a Bogotá nel 1974. Ha vissuto nella capitale colombiana, nelle foreste dell’Orinoco, a Città del Messico, Barcellona e Manchester. Nel 2005 ha vinto il Premio Nacional …