Tre metri sopra il cielo

di Federico Moccia

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“Lei era una ragazza romantica, lui un tipo violento. Il destino li fece incontrare e cominciarono i guai per tutti...”

Le ragazze vestono Onyx, o qualunque sia l’ultima marca in fatto di body, parlano di Avant, di Marsan e delle mode dell’ultimo minuto. I ragazzi invece girano con la Bmw lunga, magari fregata al papà. Le ragazze si preparano a incontrare il ragazzo della loro vita. I ragazzi si sfidano in prove di resistenza fisica, di velocità, di rischio. Fino all’ultimo respiro. Sullo sfondo di una frenetica vita di banda, Step e Babi si incontrano. Babi è un’ottima studentessa, Step è un violento, un picchiatore, uno che passa i pomeriggi in piazza davanti al bar con gli amici o in palestra e la sera sulla moto o nella bisca dove si gioca a biliardo. Appartengono a due mondi diversi, ma finiscono per innamorarsi. Non è un rapporto facile perché nessuno dei due cede facilmente. Eppure si trasformano. Babi sembra irriconoscibile agli occhi dei genitori. Step rivela aspetti che ben poco collimano con la sua immagine – faticosamente costruita – di superduro. E in effetti muscoli palestra e violenza nascondono un trauma, un nodo irrisolto che getta un’ombra scura sulla vita familiare di Step e sulla tormentata love story con Babi. Un libro di culto. Una grande storia d’amo­re. Da una parte i giovani, la vita di gruppo, le moto, le sfide, dall’altra i vuoti e i silenzi di famiglie infelici. Un microcosmo di vite arrabbiate che cerca di staccarsi da terra.

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Federico Moccia

È autore per la televisione e sceneggiatore per il cinema. Tre metri sopra il cielo (2004), il suo primo romanzo, pubblicato da Feltrinelli, ha superato la soglia di un milione …

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  • Marchio: Giangiacomo Feltrinelli
  • Data d’uscita: 28 Gennaio 2016
  • Collana: Universale Economica
  • Pagine: 400
  • Prezzo: 10,20 €
  • ISBN: 9788807887567
  • Genere: Tascabili
Tre metri sopra il cielo, la storia‟vera”. Intervista a Federico Moccia

Tre metri sopra il cielo, la storia‟vera”. Intervista a Federico Moccia

Il nuovo romanzo cult dell'adolescenza. Tre Metri sopra il cielo è stato il fenomeno editoriale del 2004. Ha venduto oltre 400 mila copie, polverizzato le classifiche di autori italiani e superato ogni ottimistica previsione. Ma soprattutto ha stregato un'immensa platea giovanile che non ha saputo fare a meno di immedesimarsi nella romantica storia d'amore (di ambientazione romana) tra una giovane liceale di buona famiglia (Baby) e un sognatore ribelle tutto muscoli e palestra (Step). Pubblicato per la prima volta nel 1992 da un piccolo editore con una tiratura limitata, subito esaurita, il romanzo ha continuato a circolare in forma di fotocopia grazie al passaparola di lettori entusiasti, fino a quando Feltrinelli, in concomitanza con la distribuzione del film, non ha deciso di ripubblicarlo, aggiornandolo secondo i gusti e le tendenze delle nuove generazioni. Ad un anno dall'uscita del testo, è in libreria l'edizione originale, più lunga e con episodi più legati agli anni in cui Federico Moccia, romano, scrittore e autore televisivo, ha ambientato il suo racconto di "ribelli senza causa".

L’amore a sedici anni. Intervista a Federico Moccia

Una sedicenne perbene molto carina, che pensa solo alla scuola si innamora perdutamente di un borgataro ruvido, che corre in moto e fa a botte. Poteva essere una storia banale; invece l'autore, Federico Moccia, ci ha messo così tanto cuore, emozioni vere e dettagli, oggetti, strade, marche e marchi della vita quotidiana degli adolescenti romani (e non solo) che il suo romanzo, piano piano, ha superato le 400mila copie ed è pure diventato un film di successo, con la regia di Luca Lucini. Tre metri sopra il cielo ha una storia speciale: uscito a spese dell'autore in poche migliaia di copie nel 1992, subito esaurito, poi fotocopiato e passato di mano in mano, ripubblicato da Feltrinelli "attualizzato" nel 2004, uscito infine nella "versione del 1992" in questi giorni. Piace ai ragazzi e ai loro genitori, che leggendolo si sentono più vicini ai figli. E ha conquistato persino la generazione dei trentenni cui ricorda la stagione magica dei 16 anni. Federico Moccia, 41 anni (29 quando ha scritto la prima versione del romanzo), è anche sceneggiatore, autore di testi per Domenica in, tiene un blog visitatissimo e ha un seguito degno di una rockstar alle continue presentazioni del libro.

Ragazzi visti da tre metri sopra il cielo. Intervista a Federico Moccia

‟Questo libro è per me quello che avrei voluto leggere ma non c'era. È la disperazione che segue la fine di una storia d'amore, bella come può essere la prima: violenta, passionale, folle. C'è molto della mia vita: la moto, il vento, la velocità. (..) La scuola è il luogo dove il carattere inizia a formarsi e a volte gli insegnanti sfogano sui ragazzi i fallimenti della loro vita. Ma un ragazzo a quell'età è molto fragile, basta una battuta, una cosa detta male per farlo sentire insicuro e poi sai la fatica... lo psicologo che deve riparare quei danni e magari la famiglia non se lo può neppure permettere. Le cose che racconto però si calano perfettamente anche in altri ambiti. Nel lavoro, ad esempio. Quante volte capita che si approfitti della propria posizione per far valere chissà che cosa.”

Moccia a confronto con i lettori. "Le emozioni viaggiano sul web". Un’intervista

Tre metri sopra il cielo per me è rabbia, passione, felicità e sofferenza. Non mi importa come lo scrivo e se sbaglio, è quello che avrei voluto leggere ma non c'era. Mi mancava la disperazione che segue la fine di una storia d'amore, bella come solo la prima può essere, violenta, passionale, folle. L'amore se non è follia non è amore; C'è molto della mia vita, amo la moto, il vento, la velocità, la casa sugli scogli l'ho sempre sognata. Mi riconosco nell'amore di ogni generazione, il primo amore quello che non pensa che potrà mai essercene un secondo.
Riguardo al blog, me lo hanno proposto e a me è piaciuto subito, poter leggere e confrontarsi con il mio paese, con i lettori è quanto di più importante c'è, è ascoltare la loro voce, le critiche e i commenti positivi, cercare le risposte e porsi gli interrogativi. Quelli giusti”.