Il ritorno di Lorenzo Marone
Brontolone, cinico, pigro, bugiardo: è così che si potrebbe descrivere Cesare Annunziata. Come quella volta in cui, per attaccare bottone con la sua futura moglie, si era inventato di possedere...
“Perché le guerre non hanno alcun senso. Le vite perdute e quelle di chi sopravvive un senso lo trovano nel nostro modo di guardare l’istante eterno di una immagine che sa fare memoria.
I fotografi come Stefano Rosselli si spingono là dove nessuno si spinge per costringerci a non dimenticare.”
Così Nello Scavo, nella sua Prefazione, introduce le potenti e drammatiche immagini della guerra in Ucraina di Stefano Rosselli, reporter che più di ogni altro col suo obiettivo e il suo sguardo ha saputo e sa fermare in uno scatto il senso perduto dell’umanità in conflitto.
Perché la guerra? È la domanda che risuona e risuonerà sempre di fronte alle morti indicibili, al lutto dei famigliari – coloro che restano muti –, al passo lento e allo sguardo vuoto dei profughi in fuga, ma anche – inspiegabilmente – di fronte all’allegria sospesa dei soldati colti in un momento di sollievo al fronte, momenti in cui il cameratismo diventa fratellanza e il dolore della perdita un sorriso amaro. Massimo Recalcati accompagna le immagini di Rosselli con parole che ritraggono i diversi e contraddittori volti della guerra: la devastazione, la sopravvivenza, la fuga, la resistenza, il trauma, la lotta. Sono parole che ci ricordano che gli esseri umani sono, al tempo stesso, capaci di crudeltà intollerabili e di profonda compassione, di barbarie e di tenerezza, di morte e di speranza.
“Il trauma della guerra rende visibile la morte, la sottrae alla soffitta dove ci illudevamo di averla riposta. Con l’aggiunta che essa non si rivela come morte di uno alla volta, ma come morte collettiva, morte di moltitudini.”
“Un missile inesploso conficcato in un campo. Sullo sfondo lontano un uomo, portando sulle spalle una falce, sembra recarsi al lavoro. La presenza inquietante della guerra non annulla mai del tutto il ritmo ordinario della vita. Sopravvivere è, infatti, il mestiere più proprio dell’umano.”
Massimo Recalcati
Massimo Recalcati, psicoanalista tra i più noti in Italia, dirige l'Irpa (Istituto di ricerca di psicoanalisi applicata) e nel 2003 ha fondato Jonas Onlus (Centro di clinica psicoanalitica per i …