Un'opera grande e complessa, uno splendido affresco di un'Africa giovane e antica in cui, alla storia, si intrecciano le storie private di tanti personaggi: africani bianchi, che vivono in una situazione di precario privilegio, neri emergenti, avviati a un conformismo totalizzante, e una massa dilaniata tra il legame con l'eredità tribale e le esigenze di un progresso imposto dall'esterno. Sopra le altre, la storia d'amore di Bray - un ex funzionario coloniale, espulso dal paese per le sue simpatie nei confronti dei rivoluzionari neri e ora invitato dal nuovo governo ad assistere alle celebrazioni per l'indipendenza - e Rebecca, una storia sul filo di una sessualità che si fa volta a volta aspra e delicata, intensa e contenuta. In questo straordinario romanzo, che conferma l'appartenenza di Nadine Gordimer alla grande tradizione classica, ritroviamo la lucida consapevolezza, la tensione morale e lo stile terso che hanno fatto di lei una delle più grandi scrittrici del nostro tempo.