Una donna

di Péter Esterházy

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Una donna. O novantasette differenti creature? Il libro si direbbe un inno all’eterno femminino nella sua inarrestabile e travolgente ricchezza di caratterizzazioni, in un continuo ondeggiare fra il sublime, il divino, il comico, il grottesco, l’ovvio e il volgare del quotidiano. Ognuna di queste donne è un’anti-Barbie: ora dea arrogante e inavvicinabile, ora amante capricciosa e passionale, ora moglie e madre detestabile, sa di Chanel n. 5 o di cipolle, ma è sempre irresistibile in tutte le sue metamorfosi. Travolto dalla vitalità di lei, il maschio narratore e personaggio di queste storie si tormenta nel desiderio, languendo nella propria inabilità e soggezione di eterno bambino-adolescente.
Traduzione di Marzia Sar con la revisione di Giorgio Pressburger.
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Péter Esterházy

Péter Esterházy (1950-2016), discendente da una delle più nobili e antiche famiglie aristocratiche ungheresi, è autore di numerosi romanzi: in Italia Garzanti ha pubblicato I verbi ausiliari del cuore (1988), …

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  • Marchio: Giangiacomo Feltrinelli
  • Data d’uscita: 1 Febbraio 2008
  • Collana: I Narratori
  • Pagine: 151
  • Prezzo: 9,75 €
  • ISBN: 9788807017469
  • Genere: Narrativa
  • Traduttore: Marzia Sar
Alla letteratura compete tutto ciò che è impossibile. Intervista a Péter Esterházy

Alla letteratura compete tutto ciò che è impossibile. Intervista a Péter Esterházy

Lo scrittore ungherese Péter Esterházy ha sempre fatto dello sperimentalismo formale e della ricerca stilistica la cifra della sua scrittura, dando vita a una serie di libri nei quali la denuncia della tranquillizzante ‟stretta di mano non casuale tra cause ed effetto” si traduce in una scrittura pantagruelica ed esplosiva. Portavoce di un'arte ‟allergica alle menzogne, alla sporcaccioneria e ai tipi Tartuffe”, e di una letteratura che, pur essendo radicata nel presente non vi sprofonda né lo corteggia, l'autore dei Verbi ausiliari del cuore e di Harmonia Cælestis continua a mostrare una grande esuberanza stilistica e formale, trattenuta dal suo sguardo ironico e disincantato sul mondo e riguardata da un ‟erotismo della lingua” capace di limitare il sentimento demiurgico di chi crea illusioni letterarie e personaggi romanzeschi.

Elogio delle donne cattive. Intervista a Péter Esterházy

‟Un corpo può essere ridicolo, grottesco, puzzare di aglio o di cipolla, ma risultare ugualmente attraente per chi lo conosce e lo ama. Questo libro discende in qualche modo dai tempi in cui, adolescente, giocavo a calcio. Guardavo il fisico dei ‘vecchi’ giocatori venticinquenni e sapevo che per loro la carriera stava per finire: il corpo dunque come una specie di segnatempo, di calendario mortuario. Di conseguenza, parlare del corpo è come parlare della morte, ed è questo che ho fatto, però in modo leggero, con qualche grassa risata qua e là.”