Quello di Leila Guerriero non è un racconto di fantasia ma una storia vera. Non è una storia estrema, né di eroismo, né di deriva, né di coraggio. È la storia semplice di un uomo comune che insegue un sogno e per realizzarlo è capace di ipotecare anni di vita e di risparmi. La cosa curiosa è che il sogno di quest’uomo è tutt’altro che straordinario: vincere una gara di ballo, diventare campione di malambo, una danza folkloristica dei gaucho argentini, che dura pochi minuti ma richiede la preparazione fisica e psicologica di un centometrista.
Tutto si svolge a Laborde, una cittadina come altre, perduta nell’immensità della pampa, e riguarda una comunità ristretta in cui il campione di malambo assume i connotati di un eroe olimpico. Leila Guerriero decide di capire fino in fondo i meccanismi di questo microcosmo e dei personaggi, a tratti inverosimili, che lo popolano, trascinando il lettore, a forza di suspense e coup de théâtre, in un reportage capace di emozionare come un romanzo.
“Il giornalismo di Leila Guerriero è quello dei migliori redattori del ‘New Yorker’, per trovare un livello di eccellenza paragonabile: implica un lavoro rigoroso, una ricerca estesa e uno stile di precisione matematica.” Mario Vargas Llosa