Antonio Albanese racconta il suo primo romanzo.
"Il desiderio di scrivere questo romanzo arriva da molto lontano, dal ricordo sbiadito di uno zio che, quando ero bambino, mi raccontò la sua fuga da un campo di...
“Ricordati sempre che l’uomo è libero, nessun uomo può sopraffarne un altro.”
Negli anni cinquanta Teresa lavora come portinaia in un palazzo del centro di Padova e, dietro un aspetto dimesso e insignificante, nasconde un bruciante segreto che risale all’epoca della guerra. Nel dicembre del 1943, infatti, quando ha solo sedici anni, Teresa assiste all’arresto della famiglia ebrea per cui lavora e che le ha dato un’istruzione. Ma, un attimo prima di essere portata via dai soldati, la padrona le affida il suo ultimo nato: Amos, due enormi occhi scuri e una voglia di fragola sulla nuca. Qualcuno però fa la spia, Teresa viene separata a forza dal bambino e per punizione rinchiusa in manicomio. E, anche adesso che gli anni sono passati, Teresa continua a pensare a quel bambino. Sarà ancora vivo? Che tipo di persona sarà diventato? E fino a che punto dovrà arrivare, lei, per tener fede alla parola data? Così, mentre presta servizio in casa delle ricche signorine Pozzo, tanto diverse dall’amorevole signora Levi o dalla famiglia numerosa in cui è cresciuta in campagna, la donna continua a cercare Amos.
Prendendo spunto da vicende storiche e da ricordi d’infanzia, Manuela Faccon costruisce il ritratto di una donna unica e normalissima, che, pur nella sua fragilità, sa diventare forte per gli altri. Un romanzo intimo e intenso sulla dignità al femminile e sui sacrifici che comporta la lealtà verso il prossimo e verso se stessi.
Manuela Faccon è nata a Padova nel 1968 e vive a Este. Laureata in Lingue e letterature straniere moderne e dottore di ricerca in Filologia e letteratura, è studiosa di …