Il ritorno di Lorenzo Marone
Brontolone, cinico, pigro, bugiardo: è così che si potrebbe descrivere Cesare Annunziata. Come quella volta in cui, per attaccare bottone con la sua futura moglie, si era inventato di possedere...
“Andai nei boschi perché desideravo affrontare solo i fatti essenziali della vita, senza scoprire, giunto alla morte, di non aver vissuto”
Come può un libro all’apparenza così remoto nel tempo e nello sguardo sul mondo parlare come pochi altri al nostro presente? Walden è infatti il resoconto di due anni di vita solitaria che Henry Thoreau trascorse fra il luglio del 1845 e il settembre del 1847 nella campagna del Massachusetts. E tuttavia è il testo da cui oltre un secolo dopo prenderanno le mosse i movimenti ecologisti e ambientalisti di mezzo mondo. Un semplice diario, che all’esperienza intima unisce la descrizione della vita quotidiana, materiale, fatta di suoni, silenzi, paesaggi reali e immaginari, è per contrasto una riflessione sull’economia, sulla politica, sulla democrazia, sugli Stati Uniti, che in quegli anni si vanno formando come potenza. Tra le righe in cui la penna di un maestro mette in scena la semplicità della vita fra i boschi, scopriamo anche perché Thoreau è l’autore cui si ispireranno Gandhi e le controculture contemporanee. Walden è un’opera inafferrabile e battagliera che ha saputo diventare la bibbia dell’anticonformismo, del rifiuto delle leggi ingiuste e di una vita sobria e immersa nella Natura.
Henry David Thoreau (1817-1862), maestro riconosciuto, insieme al suo amico Ralph Waldo Emerson, del cosiddetto “rinascimento americano”, trascorse tutta l’esistenza nella quieta Concord, una sorta di pianeta della mente che …