Il ritorno di Lorenzo Marone
Brontolone, cinico, pigro, bugiardo: è così che si potrebbe descrivere Cesare Annunziata. Come quella volta in cui, per attaccare bottone con la sua futura moglie, si era inventato di possedere...
C’era una volta un ragazzino di origini slave, introverso e irrequieto, che abitava a Rosengård, al quarto piano del 5C di Cronmansvag, e inseguiva il suo pezzetto di destino. Il suo nome era Zlatan Ibrahimovic´. Per la gente di lì, semplicemente “Zlatan”. Rosengård è uno dei pochissimi quartieri-ghetto della Svezia. A detta di alcuni, il più pericoloso. Turchi, arabi, polacchi, maghrebini. C’è tutto il “vecchio continente”, tutto il Mediterraneo, lì. Migliaia di persone hanno cercato un futuro possibile lungo Amiralsgatan, la principale arteria stradale del quartiere di Malmö. Un futuro per sé e per i propri cari.
Paolo Castaldi disegna su carta gli anni giovanili del fuoriclasse che tutti oggi conosciamo, quelli che ne hanno formato il carattere spigoloso e ribelle. Il suo è un viaggio-reportage tra le vie di Rosengård che mostra il giovane Ibrahimovic´ in cerca della sua chance, del suo riscatto da una vita difficile passata fra i campetti del quartiere e la casa del padre, dove il frigorifero è troppo vuoto e la guerra in Jugoslavia troppo presente. E racconta come nasce un grande campione, capace di entrare prepotentemente nel mito. “Io sono Zlatan. E voi chi cazzo siete?”
“Puoi togliere il ragazzo dal ghetto, ma non il ghetto dal ragazzo.” Zlatan Ibrahimovic´
Paolo Castaldi vive a Milano. Si è imposto con Diego Armando Maradona, graphic novel sul leggendario campione di calcio. Fra le sue opere, pubblicate anche all’estero, Etenesh. L’odissea di …