Con Aurora Tamigio, Feltrinelli torna a vincere il Premio Bancarella dopo 63 anni.

 

Nel 1958 vinse Boris Pasternak, nel 1961 il francese André Schwarz-Bart.

La prima vittoria di Feltrinelli

“Il premio più spontaneo e genuino del nostro paese, quello che sfugge al controllo dei critici, alla rissa dei letterati, al gioco di compensazione delle giurie e nel cui fondo sussiste soltanto una legittima rivalità editoriale: quest’anno Feltrinelli l’ha avuta vinta.” Scriveva così il giornalista Giovanni Grazzini nel lontano agosto 1958 sul “Resto del Carlino” di Bologna, per annunciare la vittoria di Boris Pasternak con Il Dottor Živago alla sesta edizione del Premio Bancarella di Pontremoli.

Di pane e idealismo sono piene le pagine della rassegna dell’epoca, ritagli di quotidiani che la Fondazione Feltrinelli custodisce nei suoi preziosi archivi. Per il romanzo di Boris Pasternak, il Premio Bancarella fu il primo riconoscimento mondiale, cui fece seguito il Nobel per la letteratura ottenuto nel 1959. Ma nel 1958, prima del Nobel, quello che contava per i 150 librai ambulanti con diritto di voto, bancarellai di tutta Italia ma con origini in Lunigiana, erano i dati di vendita, ma anche – e proprio a partire dalla sesta edizione – il giudizio sul valore letterario del libro.

“Ha un grande significato,” proseguiva il giornalista, “che questo romanzo abbia ottenuto questo riconoscimento, prima che nei grandi concorsi internazionali, da parte di una cittadina della provincia italiana.” Il significato era in sostanza un tributo per una casa editrice appena nata (Feltrinelli nasce nel 1954) che si propone di pubblicare ciò che nessuno vuole pubblicare. Farlo con un enorme successo anche in termini di copie vendute è la formula che Giangiacomo Feltrinelli seppe inventare a metà del secolo scorso.

Un enorme successo di vendite

Non stupisce quindi che il “Notiziario commerciale” dell’agosto 1958, facesse leva proprio sul conferimento del premio per spingere gli “agenti” ad avere “mostre aggiornate con i migliori libri esponendo Il Dottor Živago in modo evidente”. Ecco l’antenato delle moderne fascette e degli altri materiali promozionali che vediamo anche oggi in libreria.

Pochi anni dopo, nel 1961, un altro successo dell’editore ottenne il Premio Bancarella, L’ultimo dei giusti di André Schwarz-Bart, già vincitore in patria del Premio Goncourt ’59. “Dopo un libro anticomunista, un libro antinazista,” si legge sulla stampa dell’epoca. In tempi recenti, scorrendo il palmarès della manifestazione, troviamo il meglio della letteratura mondiale, con buona pace di chi, sin dall’inizio, premeva affinché si premiassero gli autori italiani: Il mondo di Sofia nel 1995, ma anche Ken Follett, Michael Connelly e Elizabeth Strout.

Dopo 63 anni la vittoria di Aurora Tamigio

Fino ad arrivare ad Aurora Tamigio con il romanzo Il cognome delle donne, pubblicato nell’estate del 2023 e già vincitore del Premio letterario di IO Donna: una intensa e appassionante saga familiare ambientata in Sicilia che percorre tutto il Novecento.

Protagoniste assolute del romanzo sono le donne della famiglia Maraviglia: c’è Rosa, la matriarca, e poi sua figlia Selma e le nipoti Patrizia, Lavinia e Marinella.

Il legame tra madri e figlie si snoda lungo i secoli e percorre le strade che portano dalla Sicilia al continente, in un percorso di conquista della propria identità femminile e nell’estremo tentativo di tenere legato a sé un cognome che dovrebbe perdersi, ma invece resiste attraverso riti ancestrali e ricordi familiari.

Un romanzo che è una lezione di dignità per tutte le donne. In un momento storico in cui le questioni di genere sono così centrali nel dibattito politico, questa vittoria diventa ancora più significativa.

Per la vittoria del romanzo, alla settantaduesima edizione del premio, Aurora Tamigio ha ottenuto 185 preferenze, il maggior numero di preferenze della giuria.

Per approfondire, leggi qui  La sindaca, un testo inedito che l’autrice ha scritto per i nostri lettori

Il cognome delle donne di Aurora Tamigio

All’origine c’è Rosa. Nata nella Sicilia di inizio Novecento, cresciuta in un paesino arroccato sulle montagne, rivela sin da bambina di essere fatta della materia del suo nome, ossia di fiori che rispuntano sempre, di frutti buoni contro i malanni, di legno resistente e spino…

Aurora Tamigio

Aurora Tamigio è nata a Palermo nel 1988 e cresciuta a Milano. Successivamente alla laurea in storia dell’arte contemporanea, ha studiato sceneggiatura cinematografica. Dopo aver lavorato come autrice freelance per …