Ci si può riconciliare con la propria madre anche dopo che lei non è più viva? Francesca Tumiati, autrice di Un’allegria di troppo, ci riesce grazie a quel soffio di felicità, un po’ condanna e un po’ salvezza, che respira in tutte le sue pagine.

È stata una corsa per raggiungere mia madre scrivere Un’allegria di troppo. “Perché non l’hai fatto prima?” ha chiesto mia figlia. Non c’erano le condizioni, ho risposto. Troppo grande il dolore per una madre che decide di togliersi la vita. La mia autostima affondava come i tacchi nel cemento dei marciapiedi in agosto. Non è stato facile togliermi di dosso l’etichetta di gemella tardiva, figlia inaffidabile che si perde ovunque, in spiaggia, sotto casa anche solo per andare a prendere i giornali. Sono nata rovesciata presa per un piede dal ginecologo, dopo la mia gemella Anna. Mi hanno fatto girare nell’aria perché lanciassi il primo strillo di vita. “Viva per un soffio” ha commentato mia madre. Il soffio della felicità. E quel soffio di allegria è stato la mia salvezza. Essere data per persa mi ha consentito una libertà che a mia sorella non era concessa. Mia madre con me oscillava dall’ indulgenza eccessiva, che si riserva a chi è senza speranza, a improvvisi scoppi d’ira. Veniva colta da veri e propri raptus quando mi interrogava sulle tabelline, e io rispondevo con la noncuranza degli assenti, lasciandomi galleggiare tra una moltiplicazione e l’altra. A quel punto partivano sberle secche sulla testa. Alla quarta volta, scoppiavo in singhiozzi così disarmanti da scatenare in lei una crisi di coscienza. Ricordo il rumore della sedia che si scosta per potermi abbracciare “la mia bambina, la mia bambina…” E in quel possessivo femminile così gonfio di fatiche si respirava il tormento fra colpe, rimorsi e rimpianti. Ora a distanza di anni torna il ricordo di quell’abbraccio. Noi due strette come naufraghe. Un viaggiare parallelo tra bontà e spietatezza. La figlia squinternata e la madre sabotata di continuo nel suo mestiere di scrittrice e giornalista. Così vicine e sfinite davanti alla scrivania piena di fogli e di pensieri arrotolati sulla sua Lettera 22. Già in quell’abbraccio ho colto uno squarcio di luce sul nostro incontro. L’urgenza di verità che libera e unisce. Sentire la sua presenza all’improvviso e farle posto mentre mi sporgo dalla O della copertina per riportarla al mondo.

Francesca Tumiati

Un'allegria di troppo di Francesca Tumiati

Com’è possibile conciliare un’allegria irrefrenabile con un dolore lancinante? La protagonista di questo romanzo-memoir riesce nell’impresa, mentre tenta di sfuggire con “un’allegria di troppo” alla tragedia della sua vita. Calcando le orme di scrittrice…

Francesca Tumiati

Francesca Tumiati vive a Milano, è giornalista di costume e firma di “IoDonna” appassionata di astrologia e storie femminili. Un’allegria di troppo è la sua opera prima.