Cori razzisti allo stadio. L’opinione di Gad Lerner

Cori razzisti allo stadio. L’opinione di Gad Lerner

I cori razzisti degli ultrà interisti come spunto per una riflessione su appartenenza e identità, due categorie che caratterizzano la contemporaneità, due concetti chiave di Tu sei un bastardo di Gad Lerner. Un’intervista audio all’autore.

José Saramago su Delirio di Laura Restrepo

José Saramago su Delirio di Laura Restrepo

Due interventi del Nobel per la letteratura José Saramago su Delirio di Laura Restrepo. La registrazione è stata realizzata a Madrid durante la consegna del Premio Alfaguara 2004 alla scrittrice colombiana.

Gad Lerner presenta in video Tu sei un bastardo

Gad Lerner presenta in video Tu sei un bastardo

Tu sei un bastardo, un pamphlet polemico che elogia il tradimento delle appartenenze e riconosce infine: per fortuna, siamo e resteremo bastardi. Partendo da sé, ebreo apolide che si ricicla gentiluomo di campagna, l’autore ci conduce con ironia, facendo nomi e cognomi, all’incontro con tanti insospettabili spacciatori d’identità trasformati in altrettanti pessimi pretesti di contrapposizione: le femministe che elogiano Ratzinger in nome della differenza sessuale; gli intellettuali ebrei che coltivano una narcisistica separazione, contraddicendo l’intento emancipatorio del sionismo; i simboli etnici introdotti sui campi di calcio; l’Ulivo disfatto in nome delle identità di partito…
La presentazione video a cura dell'autore.

L'ultima provocazione di Gad Lerner. ‟Siamo tutti meticci, diffidate degli spacciatori di identità”.

L'ultima provocazione di Gad Lerner. ‟Siamo tutti meticci, diffidate degli spacciatori di identità”.

"In Tu sei un bastardo comincio prendendomi in giro da solo, esibendo l’immagine di una nuova identità costruita. L’ossessiva ricerca identitaria provoca abusi, razzismi e violenze. Dalla religione al calcio, dalla politica al mondo delle imprese. Ormai sembra impossibile vivere il presente e guardare al futuro con lucidità. La depressione diffusa di questo nostro tempo ci porta a vivere di nostalgia, e questo è terribile. Si inventano identità e origini a piacimento, ma per carità tutte doc. Ecco perché, in quella foto col cane in cascina, mostro la mia piemontesità fasulla ma sincera, alla quale peraltro voglio bene”.