![Una voce molto ‟Fo”. Intervista a Dario Fo](/media/dati_gpe/persone/fo.jpg.1920x1920_q75.jpg)
Una voce molto ‟Fo”. Intervista a Dario Fo
Nell'ambiente musicale direttori d'orchestra o registi d'opera vengono denominati Maestri. Così dovremmo fare con Dario Fo. Il settantasettenne premio Nobel per la letteratura ha infatti appena ottenuto l'ennesimo clamoroso successo per la regia del "Viaggio a Reims" di Gioachino Rossini, messo in scena a Helsinki. Ma è dura chiamarlo così, per chi è cresciuto con, nelle orecchie, i dischi recitati e cantati nel suo inimitabile stile. Monologhi come "Poer Nano", canzoni come "La luna è una lampadina" hanno indelebilmente caratterizzato la sua identità: il giullare del popolo, il fustigatore della "donna popputa" (la grassa borghesia) proprio non riesce a rivestirsi degli abiti fatti su misura e dei canoni prestabiliti del Maestro, così come la tradizione lo concepisce.
Manuel Vázquez Montalbán: Intervista "Il sì di Madrid a Bush pagato col petrolio"
«George W. Bush ha incassato l’assenso di Aznar alla guerra all’Iraq in un modo molto semplice: comprando quel sì. L’ha ‟comprato” promettendo alla Spagna una fetta della ‟torta petrolifera” da dividere tra i ‟combattenti” dopo l’occupazione dell’Iraq. E ha ‟comprato” il sostegno di Aznar dando al primo ministro spagnolo mano libera nei confronti dell’Eta, come atto compensativo del sostegno acritico di Madrid all’avventura militare nel Golfo Persico». A sostenerlo è lo scrittore Manuel Vázquez Montalbán. Durissimo è il suo giudizio su Josè Maria Aznar: «Ciò che spaventa e indigna - dice - è il suo opprtunismo miscelato ad una inesauribile megalomania nazionalistica». «La guerra all’Iraq - sottolinea il romanziere catalano - sarà un decisivo banco di prova per la società civile spagnola». In questa chiave, le grandi manifestazioni per la pace delle scorse settimane - annota Vázquez Montálban - «evidenziano il risveglio della società civile europea dopo una lunga fase di ‟stanchezza” democratica». «Non mi sorprende affatto - annota ancora lo scrittore - la ferrea determinazione dell’America ad agire militarmente contro l’Iraq con o senza il via libera dell’Onu. Da tempo, infatti, gli Stati Uniti hanno assunto il ruolo di gendarmi del (dis)ordine internazionale. E i gendarmi non si limiteranno ad agire in Iraq».
![La quotidianità non è una monade: intervista a Richard Ford](/media/dati_gpe/persone/ford_2017.jpg.1920x1920_q75.jpg)
La quotidianità non è una monade: intervista a Richard Ford
Con il suo Giorno dell'indipendenza ha vinto nel '96 il Premio Pulitzer per la narrativa. Nulla a che vedere con il titolo del film omonimo. Ford scrive da sempre di vita quotidiana e l'indipendenza per lui è un tema innanzitutto individuale. Ma lo sfondo della società americana è inconfondibile. Considera Carver, di cui è stato buon amico, uno dei suoi maestri. I problemi dei suoi personaggi possono essere moltiplicati per alcuni milioni e diventare questioni sociali, come quello della difficoltà delle relazioni, delle separazioni, dei divorzi, dei riflessi sulla vita dei figli: un tema che percorre come un filo rosso i suoi romanzi e le raccolte di racconti. Al festival della letteratura di Mantova, dove era con la donna con cui è sposato da 38 anni, ho provato a intervistarlo in una piccola piazza con traffico scarso, con lo sfondo della gente sul corso, quella gente comune che è la protagonista dei suoi libri. Impossibile. Ogni minimo rumore gli impediva di concentrarsi, gli rubava i pensieri. Il suo parlare è troppo denso, la costruzione del discorso sembra più europea che Americana, nessuna semplificazione. Abbiamo ripiegato su luoghi del centro un po' più isolati e solitari: è il tipo di luogo che lo aiuta a pensare, come a scrivere. Lui del resto vive in campagna, lontano dalla vita urbana di cui racconta e da quella New Orleans che la moglie ha, per professione, il compito di "ordinare", essendo responsabile dell'organizzazione dei servizi della città. Tra uno spostamento e l'altro alla ricerca del silenzio e della concentrazione, con suoni urbani che interrompevano il suo percorso logico, e quasi creavano situazioni da gag, l'intervista ha potuto trovare un suo filo, a partire, naturalmente, dalla vita quotidiana.
![Jonathan Coe, intervista su Donna per caso](/media/copertina/quarta/41/9788807840241_quarta.jpg.1920x1920_q75.jpg)
Jonathan Coe, intervista su Donna per caso
"Il romanzo parla di una donna, di nome Maria... il corso di tutta la sua vita è determinato non solo dalle sue scelte, ma anche (e soprattutto) dagli eventi apparentemente casuali che le capitano, e sui quali non ha controllo."