Una voce molto ‟Fo”. Intervista a Dario Fo

Una voce molto ‟Fo”. Intervista a Dario Fo

Nell'ambiente musicale direttori d'orchestra o registi d'opera vengono denominati Maestri. Così dovremmo fare con Dario Fo. Il settantasettenne premio Nobel per la letteratura ha infatti appena ottenuto l'ennesimo clamoroso successo per la regia del "Viaggio a Reims" di Gioachino Rossini, messo in scena a Helsinki. Ma è dura chiamarlo così, per chi è cresciuto con, nelle orecchie, i dischi recitati e cantati nel suo inimitabile stile. Monologhi come "Poer Nano", canzoni come "La luna è una lampadina" hanno indelebilmente caratterizzato la sua identità: il giullare del popolo, il fustigatore della "donna popputa" (la grassa borghesia) proprio non riesce a rivestirsi degli abiti fatti su misura e dei canoni prestabiliti del Maestro, così come la tradizione lo concepisce.

Manuel Vázquez Montalbán: Intervista "Il sì di Madrid a Bush pagato col petrolio"

Manuel Vázquez Montalbán: Intervista "Il sì di Madrid a Bush pagato col petrolio"

«George W. Bush ha incassato l’assenso di Aznar alla guerra all’Iraq in un modo molto semplice: comprando quel sì. L’ha ‟comprato” promettendo alla Spagna una fetta della ‟torta petrolifera” da dividere tra i ‟combattenti” dopo l’occupazione dell’Iraq. E ha ‟comprato” il sostegno di Aznar dando al primo ministro spagnolo mano libera nei confronti dell’Eta, come atto compensativo del sostegno acritico di Madrid all’avventura militare nel Golfo Persico». A sostenerlo è lo scrittore Manuel Vázquez Montalbán. Durissimo è il suo giudizio su Josè Maria Aznar: «Ciò che spaventa e indigna - dice - è il suo opprtunismo miscelato ad una inesauribile megalomania nazionalistica». «La guerra all’Iraq - sottolinea il romanziere catalano - sarà un decisivo banco di prova per la società civile spagnola». In questa chiave, le grandi manifestazioni per la pace delle scorse settimane - annota Vázquez Montálban - «evidenziano il risveglio della società civile europea dopo una lunga fase di ‟stanchezza” democratica». «Non mi sorprende affatto - annota ancora lo scrittore - la ferrea determinazione dell’America ad agire militarmente contro l’Iraq con o senza il via libera dell’Onu. Da tempo, infatti, gli Stati Uniti hanno assunto il ruolo di gendarmi del (dis)ordine internazionale. E i gendarmi non si limiteranno ad agire in Iraq».

La quotidianità non è una monade: intervista a Richard Ford

La quotidianità non è una monade: intervista a Richard Ford

Con il suo Giorno dell'indipendenza ha vinto nel '96 il Premio Pulitzer per la narrativa. Nulla a che vedere con il titolo del film omonimo. Ford scrive da sempre di vita quotidiana e l'indipendenza per lui è un tema innanzitutto individuale. Ma lo sfondo della società americana è inconfondibile. Considera Carver, di cui è stato buon amico, uno dei suoi maestri. I problemi dei suoi personaggi possono essere moltiplicati per alcuni milioni e diventare questioni sociali, come quello della difficoltà delle relazioni, delle separazioni, dei divorzi, dei riflessi sulla vita dei figli: un tema che percorre come un filo rosso i suoi romanzi e le raccolte di racconti. Al festival della letteratura di Mantova, dove era con la donna con cui è sposato da 38 anni, ho provato a intervistarlo in una piccola piazza con traffico scarso, con lo sfondo della gente sul corso, quella gente comune che è la protagonista dei suoi libri. Impossibile. Ogni minimo rumore gli impediva di concentrarsi, gli rubava i pensieri. Il suo parlare è troppo denso, la costruzione del discorso sembra più europea che Americana, nessuna semplificazione. Abbiamo ripiegato su luoghi del centro un po' più isolati e solitari: è il tipo di luogo che lo aiuta a pensare, come a scrivere. Lui del resto vive in campagna, lontano dalla vita urbana di cui racconta e da quella New Orleans che la moglie ha, per professione, il compito di "ordinare", essendo responsabile dell'organizzazione dei servizi della città. Tra uno spostamento e l'altro alla ricerca del silenzio e della concentrazione, con suoni urbani che interrompevano il suo percorso logico, e quasi creavano situazioni da gag, l'intervista ha potuto trovare un suo filo, a partire, naturalmente, dalla vita quotidiana.

Jonathan Coe, intervista su Donna per caso

Jonathan Coe, intervista su Donna per caso

"Il romanzo parla di una donna, di nome Maria... il corso di tutta la sua vita è determinato non solo dalle sue scelte, ma anche (e soprattutto) dagli eventi apparentemente casuali che le capitano, e sui quali non ha controllo."