Gino Strada: "Vi spiego perché la pace conviene"

Gino Strada: "Vi spiego perché la pace conviene"

Gino Strada sta partendo per Kabul. Intanto tratta con le autorità irachene per trasferirsi a Baghdad e allestire rapidamente un ospedale di guerra. Non crede alla possibilità che la guerra non ci sia. Dice che gli interessi americani sono troppo grandi e che nessuna argomentazione politica o di buon senso può convincere Washington a rinunciare all’attacco all’Iraq. Strada dice che la guerra è in programma da tempo, e che è un grande affare. In Italia ormai è diventato il simbolo vivente del pacifismo.

Paolo Di Stefano: Intervista a Benigni su Dante

Paolo Di Stefano: Intervista a Benigni su Dante

Ora, con il suo Pinocchio in giro per il mondo, c’è una Divina commedia che gli si agita nella mente, dopo la consacrazione dei dantisti che hanno ammirato la sua lettura televisiva dell’ultimo canto. Un ‟turbinio” e un paio di progetti mica da ridere: la vita di Dante a puntate (tre-quattro) in televisione e tutto il poema in videocassette letto sul modello del XXXIII del Paradiso. Lavori che lo terranno inchiodato per anni all’Alighieri, e non è detto, come si pensava, che Robertino (così lo chiamava Fellini) si limiterà a fare il produttore del film. Basta scavare un po’ per capire che nonostante tutto il Dante lui lo reciterebbe volentieri, eccome (‟certo, mi darebbe una gioia…”). Ma si vedrà. Perché il Divin poeta è una febbre. Benigni ne parla con la precisione dello studioso e con l’entusiasmo allegro di un giullare: parla di sibilanti sorde e sonore, di partiture foniche, di assonanze, di figure retoriche e di accenti. Cita versi su versi, Cavalcante, Ciacco, Maestro Adamo, Paolo e Francesca, il messo celeste. Si infiamma, agita le braccia, sorride pensando al suo ‟Dante in love”. ‟Ha vissuto settecento anni fa, che sono poi dieci uomini di settant’anni in fila, uno dopo l’altro. In fondo Dante è vicinissimo a noi. Dieci persone di settant’anni: uno muore e ne nasce un altro, per dieci volte. Fa impressione”.

Michele Serra a Rainews24

Michele Serra a Rainews24

Una lunga intervista video a Michele Serra sugli intellettuali, la sinistra, l'etica, la televisione e... su se stesso.

Guerre e pace. Intervista a Ryszard Kapuscinski

Guerre e pace. Intervista a Ryszard Kapuscinski

Narratore vagabondo, giornalista nomade, scrittore di guerre e di viaggi, Ryszard Kapuscinski ha girato tutti i continenti. Quando lo incontri dopo averlo letto ti aspetti che ti dica «Ho visto cose che voi umani...», e ne avrebbe davvero tutto il diritto, perché Kapuscinski le deve aver viste davvero le navi spaziali in fiamme al largo dei bastioni di Orione, probabilmente navi stracolme di disperati in fuga dalla fame o dalla violenza. Nato nel 1932 a Pinsk (allora Polonia orientale, oggi Bielorussia), dagli anni ’50 con pochi soldi in tasca e grande talento, Kapuscinski viaggia come corrispondente dell’agenzia di stampa polacca Pap per le periferie della storia e della geografia, lontano dagli itinerari tradizionali dei turisti e della grande informazione. Preferisce i villaggi, le capanne, i letti sporchi. Preferisce stare a gomito a gomito con la gente del posto, perché per fare della vera informazione è indispensabile la «condivisione». Senza fermarsi all’involucro esterno, alla superficie delle cose, il suo sguardo lucido va all’essenza, scandaglia ciò che si nasconde nel cuore di popoli e culture... Abbiamo incontrato Kapuscinski a Torino, ospite del Premio Grinzane Cavour, mentre i venti di guerra soffiano forti, viene spontaneo chiedergli se di fronte alle guerre contemporanee il mestiere di corrispondente di guerra abbia ancora un senso.