Berta, Bonomi, Mucchetti e Carruba presentano La questione settentrionale: economia e società in trasformazione

Berta, Bonomi, Mucchetti e Carruba presentano La questione settentrionale: economia e società in trasformazione

Quali confini e quali caratteri definiscono il ‟nuovo” Nord Italia? Quali sono le trasformazioni in atto nell’economia e nella società?
La ‟questione settentrionale” è lo sfondo sul quale si collocano i saggi che compongono questo Annale. Da un lato, il libro si interroga intorno ai confini e ai caratteri che definiscono il ‟nuovo” Nord Italia, del quale si discute intensamente in questi anni; dall’altro, esso propone ricerche che scavano nel vivo della trasformazione nella quale l’Italia settentrionale è coinvolta. In ognuna di esse, è racchiuso uno sforzo di conoscenza e di interpretazione che rifugge dai quadri consolidati per avanzare domande circa la dinamica di un cambiamento che spesso sfida e mette in crisi i nostri criteri di comprensione della realtà.
Insieme a Giuseppe Berta, curatore del volume, ne hanno discusso Massimo Mucchetti, Aldo Bonomi e Salvatore Carrubba.
La registrazione è stata effettuata il 16 aprile a Milano presso la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli.

La Comune di Toni Negri

La Comune di Toni Negri

L'epoca in cui avevamo imparato a pensare è finita e ha portato con sé l'estinzione di una modernità di cui anche il socialismo faceva parte. Compiute le grandi cesure con le concezioni del lavoro, della sovranità e del potere, è necessario trovare un lessico della contemporaneità... Toni Negri non dà tregua alle nuove figure del tempo. Le accoglie e le rielabora nella sua implacabile visione del mondo. Dopo Impero, bestseller mondiale sulla globalizzazione, dopo Moltitudine, che ne descriveva gli abitanti antagonisti dà alle stampe una raccolta di seminari tenuti al Collège International de Philosophie di Parigi (Fabbrica di Porcellana, Feltrinelli) che discute e anticipa quella che indica come la sua "svolta tematica".

Manera intervista Medina Reyes

Manera intervista Medina Reyes

Alto e magro, un cespo di capelli disordinati e un volto color cannella rabbuiato dalla barba mal rasata, Efraim Medina Reyes è nato nel 1964 a Cartagena, sulla costa caraibica colombiana, e vive a Bogotá. Con i suoi libri provoca sempre polemiche furibonde, lo si accusa di oscenità e di irriverenza verso i notabili della patria e della cultura e di molto altro ancora. E lui prende la palla al balzo e risponde per le rime.

Ornella Civardi intervista Efraim Medina Reyes

Ornella Civardi intervista Efraim Medina Reyes

Efraim Medina Reyes è nato a Cartagena de Indias nel 1964, ma continua a dire di avere 33 anni. L’unica cosa che spiega quanto sia colombiano è la faccia scura sormontata da quella massa pesante di capelli nerissimi. Fosse solo per il suo romanzo, C’era una volta l’amore ma ho dovuto ammazzarlo, nessuno ci crederebbe. Uno penserebbe magari a un giovane emergente di Los Angeles, o alla generazione inglese di Trainspotting, anche se in realtà si parla di Bogotà e di neri a ogni pagina. Città così grandi, fredde e insanguinate, ragazzi così disperatamente perduti, "vissuti come angeli dell’inferno e caduti come cani di strada", eravamo abituati a collocarli ad altre latitudini, non nell’America Latina delle tradizioni ancestrali e della grande natura che continuano a propinarci. Questo romanzo "da tenere fuori dalla portata dei bambini", che intreccia storie dissipate a ritmo di rock duro, è diventato subito un cult sia in Colombia che da noi. In quel duro dal midollo tenero che è il protagonista ("Ho gli occhi neri e infossati che paiono due canne di fucile pronte a sparare, la bocca sensuale e una verga di 25 centimetri nei giorni più caldi") si sono riconosciute le ultime generazioni non solo dell’America Latina, ma un po’ di tutto il mondo nutrito a TV e miti americani.