Macaluso: ‟Giovani loro? Ma se li scelse Natta...”

Macaluso: ‟Giovani loro? Ma se li scelse Natta...”

‟Sono convinti che il socialismo europeo sia roba vecchia, quasi ottocentesca. Peccato che, invece, i Partiti socialisti del Vecchio Continente si siano tutti, bene o male, rinnovati. Basti pensare alla Spagna, alla Germania o, addirittura, agli scandinavi che hanno reimpostato un nuovo modello di Welfare. Loro, casomai, sono sempre gli stessi. Gli stessi messi lì da Alessandro Natta, capito? Cambiano i nomi, non muta la politica. Con Natta c’erano Fassino, la Turco, Veltroni, D’Alema...”

Mumbai Graffiti. Intervista a Altaf Tyrewala

Mumbai Graffiti. Intervista a Altaf Tyrewala

"Ero a New York a studiare Economia. Ero troppo povero per le vacanze in India e così, per quattro anni, i romanzi indiani sono stati l’unico modo per ricreare e rivivere l’atmosfera del mio Paese. I versetti satanici di Salman Rushdie - specie le parti in cui descrive la realtà di Mumbai - mi hanno lasciato senza fiato. Alla fine sono tornato a Mumbai con la laurea, ma avevo deciso - per l’orrore dei miei genitori - di diventare uno scrittore."

Richard Sennett: Il lavoro non è più sinonimo di progresso

Richard Sennett: Il lavoro non è più sinonimo di progresso

‟Nel caso italiano credo che la sinistra pecchi di immaginazione, impegnata più nella resistenza e poco nella creazione di alternative. Capisco sia difficile intervenire in una situazione malata che non fa altro che peggiorare, ma mi colpisce anche la cattiva qualità della nuova generazione di manager italiani se comparata ai finlandesi, ai britannici e agli svedesi. La crisi manageriale è un segnale del declino del capitalismo italiano, ed è un brutto problema per la sinistra, perché si trova di fronte a un capitalismo malato, molto potente e duro da combattere. In Gran Bretagna il capitalismo è più dinamico ed è più facile ottenere vittorie. Lavoro e ricchezza non mancano, chiedere e ottenere forme di redistribuzione è più semplice e possibile. La situazione italiana è molto diversa: in una società in crisi è più difficile per i movimenti delle sinistra innovare e ottenere risultati.”

Ingo Schulze e il romanzo sulla riunificazione della Germania. Un’intervista

Ingo Schulze e il romanzo sulla riunificazione della Germania. Un’intervista

‟Io sono qui e mi godo questo magnifico soggiorno a Villa Massimo, a Roma. Un mio amico, che era il più brillante germanista della nostra università, ha dovuto campare per anni facendo qualche recensione per la radio e solo due anni fa ha trovato un lavoretto fisso, in una piccolissima casa editrice. Sa perché? Perché io mi ero laureato nell’88, un anno prima della caduta del Muro, avevo cominciato a lavorare come direttore artistico del teatro della mia città, Altenburg. Il mio amico invece si laureò l’anno dopo, la Ddr era praticamente già crollata, subito dopo venne l’unificazione e le università diventarono un feudo occidentale. Lui non trovò mai un posto. Quell’anno in più è stato decisivo. Per alcune generazioni è stato durissimo”.