Intervista a Caetano Veloso: "Canto da solo e vi sorprendo”

Intervista a Caetano Veloso: "Canto da solo e vi sorprendo”

È appena sbarcato in Europa, per l´esattezza in Portogallo, compiendo a ritroso il percorso di chi il Brasile l´ha scoperto, poco più di cinquecento anni fa. E dello scopritore, a rovescio, ha tutto il carisma. Arriva preceduto dalla pubblicazione del suo monumentale libro Verità tropicale, una sorta di autobiografia di pensiero nella quale c´è tutto il Brasile moderno, il movimento del Tropicalismo, i ricordi, la storia, le emozioni di una vita vissuta nel cuore del paesaggio sudamericano. Caetano Veloso, il guru, il poeta e cantore raffinato, venerato dal pubblico e dai musicisti di tutto il mondo, sta per arrivare in Italia (a Umbria jazz) per un concerto solitario, come non faceva da moltissimi anni. L´abbiamo intercettato telefonicamente nel viaggio di spostamento da Lisbona a Oporto.

‟Dobbiamo curare la tirannia col farmaco della democrazia”. Intervista a ‘Ala Al-Aswany

‟Dobbiamo curare la tirannia col farmaco della democrazia”. Intervista a ‘Ala Al-Aswany

"In Egitto non c’è la censura nel campo editoriale, ma esistono i sequestri dei libri. Quindi c’è una differenza tra censura e sequestro. Il mio destino non è diverso dagli altri: non esiste nessuna immunità per il cittadino nel mondo arabo a prescindere del suo peso culturale, morale, sociale, ecc. Tutto è precario e tutto può cambiare da un momento all’altro!"

La fatica e il dramma di essere giornalisti liberi. Intervista a Giuliana Sgrena

La fatica e il dramma di essere giornalisti liberi. Intervista a Giuliana Sgrena

Un giornalista rapito, i timori per la sua vita, i dubbi sulle trattative, le polemiche dopo la liberazione. E' la storia di Daniele Mastrogiacomo in Afghanistan, ma è stata anche quella di Giuliana Sgrena in Iraq due anni fa.
‟Ho rivissuto ogni momento. Ogni volta che si parla di un ostaggio si chiede la sua liberazione, ma quando viene liberato scatta una specie di cannibalismo sull’ostaggio stesso, che si vede rovesciato addosso il peso delle trattative e delle immancabili polemiche”.

La brutalità della violenza è segno di impotenza. Intervista a Slavoj Zizek

La brutalità della violenza è segno di impotenza. Intervista a Slavoj Zizek

"I giovani delle banlieues intendevano 'soltanto' dire: siamo qui e siamo di qui. Un modo per affermare la propria esistenza, una pura richiesta di visibilità. È un chiaro esempio dei limiti delle nostre democrazie, in cui masse enormi di persone non si trovano nelle condizioni di esprimere le proprie richieste più basilari nel linguaggio politico ordinario. È un fenomeno che rimanda un po' a quella che Jakobson chiamava comunicazione 'fatica': non 'voglio questo o quello', ma semplicemente 'sono qui'."