Imre Kertész al ‟Festivaletteratura” 2003

Imre Kertész al ‟Festivaletteratura” 2003

‟Persino là, accanto ai camini, nell'intervallo tra i tormenti c'era qualcosa che assomigliava alla felicità…" Scrivere dopo Auschwitz. Imre Kertesz dialoga con Alessandra Orsi su Essere senza destino al ‟Festivaletteratura” 2003 di Mantova.
Le riprese sono state effettuate il 5 settembre 2003.

John Haskell presenta American Purgatorio

John Haskell presenta American Purgatorio

John Haskell, cresciuto in California, ha studiato alla Columbia Universiy di New York e ha fondato il Huron Theater a Chicago. È autore di un’antologia di racconti molto lodata dalla critica, Non sono Jackson Pollock (Bookever 2004). In questa intervista lo scrittore risponde ad alcune domande su American Purgatorio.

Anna Quindlen presenta Londra immaginata

Anna Quindlen presenta Londra immaginata

Anna Quindlen ha cominciato la sua carriera nel giornalismo, lavorando per il ‟New York Post” e successivamente per il ‟New York Times”. Nel 1992 ha vinto il premio Pulitzer per il giornalismo. È autrice di quattro romanzi, bestseller negli Stati Uniti, e di opere di non-fiction. Dal 1999 scrive regolarmente su ‟Newsweek”. In Londra immaginata disegna una Londra letteraria successivamente ripercorsa dalla conoscenza personale: si va da quella grigia e nebbiosa dell’immediato dopoguerra, ancora segnata dai bombardamenti nemici, uscita dalla penna di Patricia Wentworth, a quella dei derelitti di dickensiana memoria, e ancora a quella ironica e briosa popolata dagli altezzosi personaggi di Evelyn Waugh oppure alla Londra delle figure contraddittorie e inquietanti uscite dalle pagine di Virginia Woolf. Un’intervista.

Pino Cacucci e la scrittura. Un’intervista

Pino Cacucci e la scrittura. Un’intervista

Il bisogno di scrivere? ‟C’è un’espressione messicana che lo sintetizza: ‘sacar el diablo pa’ fuera’. Buttare fuori demoni e frustrazioni, sfogare rabbia e delusioni… E anche imparare a stare solo con me stesso: era la fine degli anni 70 e venivo da un eccesso di sensibilità, dal vivere in comune tutto, in strada e in piazza. Ho cominciato a scrivere per raccontare a me stesso una realtà diversa da quella che si imponeva fuori.”
La cultura è ‟Sinonimo di curiosità. Bisogno incessante di saperne di più senza la pretesa di spiegare tutto. Cultura nell’accezione spagnola di ‟coltivazione”: coltivare il dubbio che è sempre fecondo, contro le certezze assolute che hanno fatto i peggiori disastri nella storia del genere umano.”