Tragedie di famiglia. La bestia nel cuore diventa un film

Tragedie di famiglia. La bestia nel cuore diventa un film

‟Fare un film da un mio libro è un po’ come mettere insieme due anime. Una parte di me è molto solitaria, la scrittura è una dimensione che mi è naturale; il cinema, invece, è una conquista. Con il libro il rapporto è sempre più pacificato, più personale, perché si tratta di un oggetto che viene dal profondo e ha un suo senso compiuto. Il cinema, invece, è contaminato per definizione, è una gran sarabanda e solo dopo che hai visto il film finito, cioè dopo la scrittura, il lavoro con gli attori, il montaggio, inizi a capire quello che hai fatto.”

Salvatore Natoli presenta a Radio24 La verità in gioco

Salvatore Natoli presenta a Radio24 La verità in gioco

Salvatore Natoli presenta a Radio24 La verità in gioco, una rilettura di Foucault, a vent’anni dalla morte, a partire dalle letture fatte in Ermeneutica e genealogia, Vita buona vita felice e Teatro filosofico.

La bestia che è in noi ha un volto disumano. Cristina Comencini parla del suo ultimo libro

La bestia che è in noi ha un volto disumano. Cristina Comencini parla del suo ultimo libro

‟Nel libro ognuno dei quattro protagonisti ha la sua "bestia", ha a che vedere con qualcosa di molto arcaico che c'è rimasto dentro sebbene abbiamo preso controllo della nostra vita, nonostante la razionalità e i sentimenti. Il che può essere molto gradito, quando facciamo l'amore, quando ci sono delle emozioni legate al corpo. Ovviamente questa stessa cosa può anche, d'un tratto, cambiarsi in male, come se fossimo richiamati a qualcosa del tutto umano, ma nello stesso tempo fossimo pure collegati al suo limite. Tutto il libro ha il senso della necessità di non travalicare i limiti. Sembra che oggi siamo circondati da una maggiore violenza, anche nell'ambito della famiglia. Invece penso che ne parliamo di più e che la famiglia è stata nei secoli teatro di violenza, di soprusi sul più debole.”

Perché ho scelto Ratzinger. Intervista a Carlo Maria Martini

Perché ho scelto Ratzinger. Intervista a Carlo Maria Martini

"(...) Egli è stato sempre un uomo di grande umanità, cortesia e gentilezza, pronto all´ascolto anche di pareri differenti dal suo. Ne ho avuto l´esperienza quando per dieci anni sono stato membro della Congregazione della Fede, da lui presieduta. Come scriveva lo stesso cardinal Ratzinger in un breve intervento per il mio quindicesimo anno di episcopato: 'Nessuno si meraviglierà se dico che noi non siamo sempre stati dello stesso parere. Per temperamento e per formazione siamo senza dubbio molto diversi l´uno dell´altro'. E dopo aver ricordato le ragioni di queste diversità concludeva: 'In ogni caso, queste due posizioni non si escludono affatto, al contrario, esse si integrano e si completano a vicenda. Posizioni e accenti differenti sono necessari per permetterci, a partire da aspetti diversi, di avvicinarsi al compito complesso della Chiesa in questo tempo e di tentare, più o meno, di svolgerlo'."