La mia Europa tradita dai giovani. Intervista a Péter Esterházy

La mia Europa tradita dai giovani. Intervista a Péter Esterházy

Lo scrittore ungherese riceve alla Fiera del Libro di Francoforte il Premio della Pace assegnato dall’Unione dei librai tedeschi. La consegna del premio avverrà domenica 10 ottobre in forma solenne nella Paulskirche, luogo sacro alla memoria tedesca: fu qui infatti che fra il 1848 e il 1849 i rappresentanti della Federazione germanica si riunirono per dare una costituzione al Paese. Istituito nel 1950, il Friedenspreis vanta nella sua storia alcuni fra i nomi più importanti di scrittori e intellettuali tedeschi ma non solo, come Albert Schweitzer (’51), Hermann Hesse (’55), Karl Jaspers (’58), Max Frisch (’76), Octavio Paz (’84), Amos Oz (’92), Mario Vargas Llosa (’96). Con il disincanto che gli è proprio, Esterházy commenta: "Si tratta di uno dei più importanti premi in Europa, un riconoscimento che può essere inteso anche come un sostegno per il proprio lavoro. Anche se purtroppo, nel lavoro quotidiano, nella scrittura quotidiana non c’è premio che possa aiutare, per quanto grande".

Sono ghiotto anche di formiche africane. Cuochi si diventa 2 di Allan Bay

Sono ghiotto anche di formiche africane. Cuochi si diventa 2 di Allan Bay

‟Finalmente anche da noi prende piede una cultura culinaria. In Francia si parla di cucina da 300 anni, in Giappone da mille, in Cina da 2 mila. Il mandarino cinese, il mercante giapponese, il nobile francese non potevano ignorare l'argomento. E anche oggi un giapponese disinteressato al cibo è considerato un parvenu…. Io sono curioso. Ghiotto e curioso. Ho sempre mangiato e provato di tutto: le formiche in Africa e la loturia cruda (detta volgarmente cacca di mare) in Cina. Ho imparato a cucinare per riprodurre i piatti più insoliti e gustosi che incontravo sulle tavole del mondo…”

Alex Zanotelli: "Non si risolve nulla sulla testa dei cittadini"

Alex Zanotelli: "Non si risolve nulla sulla testa dei cittadini"

‟Oggi non credo che la politica sappia ascoltare. Piuttosto, dobbiamo noi portare la politica ad una diversa dimensione, con la nostra partecipazione, il nostro coinvolgimento, le nostre lotte. Il problema più grave è che i politici non decidono in piena autonomia e in base alle proprie convinzioni, ma eseguono i dettami che provengono dal mondo della finanza”.

L'impero stolto di George Bush. Intervista a Michael Walzer

L'impero stolto di George Bush. Intervista a Michael Walzer

‟Non credo che l'amministrazione abbia sfruttato l'11 settembre per un programma imperiale intelligente. Guardi l'Afghanistan: è un disastro, piccolo rispetto all'Iraq, ma sempre un disastro. Se questo è tutto quello che l'imperialismo americano è in grado di fare, allora stanno freschi. Non hanno nemmeno la volontà d'investire per un imperialismo serio, che richiedere risorse, energie, intelligenze. Gli Usa non hanno una classe di funzionari pubblici coloniali come la Gran Bretagna dell'800. Hanno commesso errori, hanno fatto cose tremendamente sbagliate, e forse Chomsky ha previsto questo, ma non hanno agito secondo una pianificata, pensata politica imperialista. Noi americani non abbiamo il fegato per un reale imperialismo.”