Giovanni Agosti presenta Le rovine di Milano

Giovanni Agosti presenta Le rovine di Milano

La Milano di Gadda, Strehler, Testori, la Milano di Raffaele Mattioli che finanzia il censimento del patrimonio artistico della città, la Milano delle eccellenze internazionali della cultura oggi non esiste più. Quella Milano è solo un cumulo di rovine: le poche occasioni all'altezza dello splendore del passato si stagliano su un panorama desolante. Un pamphlet e una riflessione sui valori morali e culturali che dovrebbero guidare il cambiamento.

Il libro

Questo breve feuilleton critico è frutto di esperienze dirette, rinuncia ai sentito dire e procede sul filo della cronologia, dagli anni Ottanta a oggi, con strumenti non diversi da quelli con cui si fa la storia delle epoche passate: gradino per gradino, quasi una discesa agli Inferi.

La Milano di Gadda, Strehler, Testori, la Milano di Raffaele Mattioli che finanzia il censimento del patrimonio artistico della città, la Milano delle eccellenze internazionali della cultura oggi non esiste più. Quella Milano è solo un cumulo di rovine: le poche occasioni all'altezza dello splendore del passato si stagliano su un panorama desolante.
Dalla favola di Brera – in attesa da quattro decenni di diventare "Grande" – alla disperante parabola di Palazzo Reale, dal PAC al CIMAC, al CASVA, fino al Museo del Novecento, Giovanni Agosti ripercorre con lucida e veemente passione civile trent'anni di decadenza: luoghi, istituzioni, personaggi e, soprattutto, crimini e misfatti di una cultura milanese che è lo specchio perfetto della cultura nazionale.
"I nomi dei responsabili della situazione in cui ci troviamo io li so: spesso ne stilo gli elenchi, meccanicamente: qualcuno è morto e qualcuno è vivo, qualcuno ha agito male consapevolmente e qualcuno no; e c'è anche chi si è ravveduto in corso d'opera e ha cambiato cavallo. Le ragioni, si vedrà, sono molto varie: la brama di arricchirsi a tutti i costi, la smania di potere, l'assenza di senso di responsabilità civile, la mancanza di qualità intrinseche unita alla vanità o, semplicemente, il desiderio di dare visibilità scientifica alla propria amante del momento."
Un pamphlet e una riflessione sui valori morali e culturali che dovrebbero guidare il cambiamento.
Compra il libro
Spedizione gratis con 19 euro di spesa

Compra l'ebook - Epub
Compra l'ebook - Pdf

Paolo Rumiz alla Fiera del Libro di Torino 2007

Paolo Rumiz alla Fiera del Libro di Torino 2007

La montagna, il suo fascino, la solitudine, il suo stato d’abbandono e gli effetti devastanti della globalizzazione. L’intervento di Paolo Rumiz, autore de La leggenda dei monti naviganti al dibattito ‟Progetto Paralup. Il recupero della borgata simbolo della Resistenza in Valle Stura”, organizzato dalla Fondazione Nuto Revelli, che si è tenuto alla Fiera del Libro di Torino il 10 maggio 2007.

Quando è la ragione a generare mostri. Intervista a Eugenio Borgna

Quando è la ragione a generare mostri. Intervista a Eugenio Borgna

‟Direi che noi oggi assistiamo a un tentativo - più o meno consapevole, in ogni caso impressionante - di rimuovere dal discorso pubblico ogni traccia di vera intersoggettività, di vera intimità, di tutti quegli atteggiamenti umani che non si possono spiegare in termini di efficacia strumentale, di fungibilità. Si misconosce tutto ciò che non ha un valore economico-finanziario, in senso lato. Tuttavia, quando viene meno l'attenzione all'interiorità, quando le emozioni sono accettate o rifiutate solo in base alla loro ‘gradevolezza’ o al loro ‘valore adattativo’, il territorio della psiche cade in balìa di forze impazzite. La nemesi di una società che vorrebbe reggersi solo in base al principio d'efficienza è ben visibile, oggi, negli scoppi di violenza irrazionale che l'attraversano.”

L'Egitto di Al-Aswani: ‟Scrivendo romanzi combatto i fanatici”

L'Egitto di Al-Aswani: ‟Scrivendo romanzi combatto i fanatici”

‘Ala Al-Aswani per 15 anni ha scritto articoli critici nei confronti del presidente Hosni Mubarak, che è al potere dal 1981. È membro dei ‘Writers and Artists for Change’ e dei ‘Doctors for Change’, all’interno del movimento di opposizione noto come ‘Kifaya’(‘Basta’). A suo avviso la letteratura ‘non cambia la situazione. Per avere la democrazia bisogna impegnarsi in un’azione politica diretta. Ma la letteratura cambia il lettore, insegna a essere meno ipercritici’. Il suo nuovo romanzo, Chicago (2007) , ha venduto più di 120.000 copie in arabo. Ambientato in un campus di Chicago ai giorni nostri, si ispira ai due anni passati dall’autore - negli Ottanta - all’Università dell’Illinois, dove era andato a studiare odontoiatria con una borsa di studio. Il libro rivolge la sua attenzione agli espatriati arabi, tra cui il poeta e studente di medicina Nagi, impegnato in un movimento per la democrazia. Attraverso personaggi come Salah, un intellettuale egiziano innamorato di una ebrea americana, e Shaymaa, una donna velata che mette in discussione le restrizioni sessuali della sua educazione, il romanzo affronta argomenti come il sesso extraconiugale, l’aborto e l’antisemitismo. Chicago è stato prima pubblicato a puntate su ‘Al-Dustour’ (un giornale d’opposizione). ‘Alcuni fanatici mi hanno insultato. Uno diceva che era inaccettabile per una donna velata avere una relazione fuori dal matrimonio. Ho risposto: è un romanzo, Shaymaa non rappresenta tutte le donne velate. Ma se non le piace il romanzo, perché lo legge?’.