La mia Berlino ancora divisa nel cuore dei Berlinesi. Intervista a Ingo Schulze

La mia Berlino ancora divisa nel cuore dei Berlinesi. Intervista a Ingo Schulze

Nato e cresciuto nell’est, nei suoi racconti e nei suoi romanzi Schulze illustra la difficoltà quotidiana della transizione dall’est socialista all’ovest globalizzato. Le sue storie di vita quotidiane, semplici e drammatiche, danno voce a milioni di tedeschi che nel novembre dell’89 videro stravolte le loro vite.
Il passaggio da una società socialista a quella capitalista ha creato un trauma nella sua generazione. Rapidamente tutto è cambiato, ‟prima il confronto tra gli intellettuali giaceva nelle parole, dopo la caduta del muro si è trasformato in un problema di numeri”, spiega dal suo appartamento all’ultimo piano di un edificio del quartiere berlinese di Prenzlauer Berg, a est.
Questo trauma si manifesta con tutta la sua ferocia in un momento di crisi economica come quello attuale: ‟C’è paura, di perdere il lavoro, di perdere il denaro. C’è concorrenza. Se a 50 anni perdi il lavoro è molto difficile trovarne uno nuovo… Tutte queste cose non esistevano prima, nell’est. Ma c’erano naturalmente altre paure”.
Il nome di Ingo Schulze è stato in qualche occasione accostato al concetto di ‟Ostalgia”, un termine che si usa ora in Germania per descrivere la nostalgia dell’est (Ost in tedesco), un male che colpisce molti. Schulze rifiuta questa definizione. ‟Credo che l’Ostalgia sia un concetto inventato dalla televisione, non conosco nessuno che desideri veramente tornale alla Ddr (la Germania socialista, ndr). (…) Peró non posso dire di aver sempre sofferto dietro a quel muro”.

Remo Bodei presenta Destini personali

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Antonio Gnoli intervista Remo Bodei

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