Andrea Santojanni: Diario di un maturo

05 Luglio 2003
Alle otto meno un quarto bisogna stare incollati ad un banco e affrontare la prima prova. Ma che diavolo, non vogliamo prima andarci a prendere un caffè e un cornetto? Ma certo. Quindi entriamo un po´ più tardi. È un filo logico che bisogna seguire tutti i giorni dell´esame. Obiettivamente, si arriva all´odio totale nei confronti del bagno. Quel luogo dove ci si infila prima di ogni prova, per fumare migliaia di sigarette. Dove non si è nervosi perché si sta per affrontare un duro esame, ma soltanto perché sai che stai per andare via da quel posto. Che dovrai affrontare problemi più grossi. Che avrai a che fare con cose totalmente diverse. Che se si è fortunati si passa dalle stelle alle stalle. O il contrario, dipende da come si guarda la cosa. Di sicuro c´è soltanto che il bagno è il posto dove aspetti l´inizio della prima prova. Quella di lettere. Se tutto va bene si inizia alle 10. Più o meno il tempo di quindici sigarette c´è. E alla finestra del bagno è obbligatorio pensare a tutto ciò che si sta lasciando in quell´istituto. Anni di autogestioni e filoni di massa. E adesso? Cosa fare all´Università?? Un distacco troppo doloroso. Spesso la domanda è se è possibile farcela. Questa cosa è terrificante.
La prima prova, dopo un po´ arriva. Si parla delle solite cose. Politica, economia e problemi sociali. Inizia a salire una fame nervosa spaventosa. Ma quella è l´unica prova dove non si può in nessun caso copiare. Perché è la prova più personale, dove ogni ragazzo può esprimere liberamente il proprio pensiero e dove la fantasia può sfiorare i limiti del surreale. Senza avere confini. La mia mente e quella degli altri inizia a liberarsi, ad andare via. Invece la seconda prova, quella tecnica, è uno spettacolo. Perché per quanto la professoressa si pianti al centro della classe come una sentinella e con tanto di baionetta dietro ai reni, la classe inizia ad animarsi. L´insegnante di educazione fisica si avvicina all´alunno più vicino e gli fa una confessione un po´ particolare: "I professori non crescono mai". Ma l´unica risposta che le verrà data è solo una: "Invece crescono troppo". E iniziano a volare stramaledizioni rivolte a quello stupido in fondo all´aula, che ha la soluzione del problema sotto il naso, ma non la vuole passare. E non la passerà mai. "Cane", pensa qualcuno.
La terza prova è quella più spettacolare. Perché la classe inizia a dividersi in zone. La zona dove c´è l´esperto in matematica e la zona dove c´è l´esperto in letteratura, e tutto il resto. Si unisce tutto in un grande cocktail e ne esce una cosa più o meno decente. E poi tutti pronti per l´ultimo round.
La tesina giace sulla scrivania fredda, piange perché vorrebbe essere almeno un po´ sfogliata. Ma rimane lì fino al giorno prima del colloquio. Quando si arriva ad aprire quella matassa di fogli per disperazione. E adesso, da dove iniziare? Della materia principale non ho mai saputo niente, e adesso mi trovo ad imparare a memoria un qualcosa che ho rifiutato per cinque anni. In quella maledetta scuola dove ti hanno fatto credere per lungo tempo che era la tua unica strada. E invece dentro di te c´è qualcosa di diverso. C´è qualcuno che grida aiuto, perché ti hanno indirizzato in un vicolo cieco.
Dopo aver sparato a grande velocità la tesina, dopo qualche trappola sotto forma di domanda da parte dei professori e dopo dieci minuti di scena muta nelle materie tecniche, il grosso macigno che si porta sulle spalle da un mese si disintegra. La mente, all´uscita di scuola, entra in un grosso viaggio oltreoceano, alla ricerca di spiagge solitarie. Il resto, è poco importante. Il resto, per spiegarlo, ci vorrebbe un romanzo.

Andrea Santojanni

Andrea Santojanni è nato a Napoli nel 1984. Frequenta un istituto tecnico superiore. Ha suonato in un gruppo rock e disegna fumetti. Ha scritto questo romanzo fra i sedici e …