Michele Serra: L'amaca di venerdì 2 febbraio 2007
02 Febbraio 2007
Basta avere letto due o tre romanzi d’appendice, tre o quattro novelle rosa, per sapere che questo è solo l’inizio. Appena l’avvio di una trama fiammeggiante. Per esempio: l’anziana madre, che penserà l’anziana madre? E la prima moglie, dove sarà la prima moglie? E come saranno i rapporti tra i due figli di primo letto e i tre figli di secondo letto? E i quattro figli di terzo letto, di qui a qualche anno, che peso avranno? E il testamento, esiste un testamento? In quale cassetto segreto è celato, vergato a mano? E chi sarà mai quell’ombra misteriosa che si arrampica nottetempo sull’edera di una delle ville (trovare quella giusta è stata una fatica
), penetra da una finestra socchiusa (refoli di vento gonfiano i tendaggi) e sottrae il testamento? E la servitù, dico quelle due o trecento persone di servizio circolanti, con chi staranno, con lei o con lui? E i due torpedoni di avvocati, per incontrarsi tutti insieme, prenoteranno un cinema? E il pianoforte del soggiorno (dunque cinquanta pianoforti per cinquanta soggiorni), per chi suonerà il suo straziante preludio? E quello bianco a coda, cafonissimo, che piaceva tanto a lui e pochissimo a lei, come mai ha tutte le corde spezzate?
Profumo di gelsomino dalle finestre aperte, memoria di un passato che non passa.
Profumo di gelsomino dalle finestre aperte, memoria di un passato che non passa.
Tutti i santi giorni di Michele Serra
Scrivere tutti i giorni, per anni, usando il materiale che la cronaca, la politica, il costume ci rovesciano addosso a ritmo forsennato. Scrivere cercando di rifare un poco di ordine, di ridare un minimo di significato alle notizie, agli umori pubblici e privati, alle proprie reazioni. Scrivere com…