Il Vaticano si prepari alla svolta. Intervista a Massimo Cacciari

Il Vaticano si prepari alla svolta. Intervista a Massimo Cacciari

"Non è un Papa normale. Credo sia l’ora, oltre che dell’imbarazzo in sé, di una scelta abbastanza inusuale, se non del tutto inusuale. Con la prospettiva per chiunque di essere Papa oggi con Wojtyla nell’ombra e quell’ombra sarebbe sicuramente più evidente di qualsiasi presenza. Comunque sia è un bel dramma, per la Chiesa, un bel dramma in generale, al di là della salute o non salute del Papa, perché questo fatto di essere bloccati di fronte alla sua malattia, dimostra grande imbarazzo e la difficoltà di affrontare il passaggio da una figura così assolutamente centrale e carismatica a una gestione più conciliare e partecipata. Ogni pontefice ha le sue caratteristiche, Giovanni Paolo II si è collocato in una situazione storica nella quale emergevano momenti di grande decisione, di aut aut e lui ha incarnato questo momento particolare della Chiesa e di tutto il mondo con una carica carismatica assolutamente straordinaria che con la caduta del comunismo si è ancor più manifestata. La Chiesa dovrà affrontare un momento di riflessione di fondo per riorganizzarsi al proprio interno, mi auguro in senso conciliare, con l’intero coinvolgimento del popolo di Dio".

Le forme della politica. Come fare politica senza entrare in un partito di Giulio Marcon

Le forme della politica. Come fare politica senza entrare in un partito di Giulio Marcon

Si può fare politica senza necessariamente entrare in un partito politico. Questo libro motiva il come e il perché di queste scelte. Ne discutiamo con l'autore.

The Agronomist, estratti dalle interviste esclusive

The Agronomist, estratti dalle interviste esclusive

Jonathan Demme, regista di Il silenzio degli innocenti e Philadelphia, racconta la storia di un uomo che ha lottato per la libertà, la verità, la giustizia, fino a pagare con la vita.

Negli extra del DVD la conferenza stampa inedita di Jonathan Demme e due interviste esclusive: Pino Cacucci, scrittore, racconta di giornalisti, fatica delle libertà e Latinoamerica; Marcello Lorrai di Radio Popolare parla di radio libere e controinformazione in Africa.

"Nessuno è innocente". Liquidazione di Imre Kertész

"Nessuno è innocente". Liquidazione di Imre Kertész

Era stato un caso, ma anche un segnale, che Imre Kertész fosse a Berlino quando seppe, quattro anni fa, di aver vinto il premio Nobel. Deve alle traduzioni in tedesco, e ai giornali tedeschi, se il suo primo romanzo, Essere senza Destino, è diventato noto nel mondo. Ma alla Germania Kertész deve anche il suo "tema", l´oggetto sempre uguale e sempre variato di tutti i suoi libri: Auschwitz. In Essere senza Destino è un ragazzo che guarda negli abissi della degradazione umana (l´autore fu deportato a Auschwitz a quattordici anni e mezzo e di lì trasferito a Buchenwald dove fu liberato un anno dopo). Liquidazione è il primo romanzo scritto dopo il Nobel. Quarant´anni dopo Auschwitz, un uomo di nome B., scrittore e traduttore dal tedesco come Kertész, si uccide. Lascia due donne, Sara, l´amante, e Judit, la moglie molto amata che l´aveva abbandonato dicendogli: "Hai sicuramente ragione, B., il mondo è un mondo di assassini, ma io non voglio vedere il mondo come un mondo di assassini, io voglio vedere il mondo come un luogo dove si può vivere". Kertész documenta il crollo dell´anima, della cultura lui dice, "nel mondo del lager", che è stato per lui prima il campo di sterminio e poi lo stalinismo. "La convivenza civile si fonda unicamente sull´accordo non scritto che gli uomini non si accorgano che la nuda vita significa più di tutti i valori proclamati. Il terrore spinge l´uomo in situazioni in cui giorno per giorno, ora per ora, minuto per minuto, solo questo diventa evidente - e allora non si può più parlare di cultura". Ma il passaggio dal lager dello sterminio a quello dello stalinismo potrebbe alla fine avergli salvato la vita, ci avverte Kertész. Diversamente da altri sopravvissuti ad Auschwitz che arrivarono in società libere, e misero fine alla loro vita con le loro mani, come Primo Levi, Jean Améry, o Paul Celan, la continuazione della prigionia gli ha impedito di farsi qualsiasi speranza, "prima di venir raggiunto dall´ondata delle delusioni". L´estrema gentilezza di Kertész, il suo calore umano, la sua simpatia sembrano contraddire il pessimismo dello scrittore. "Tutti me lo dicono" sorride lui. "Forse nello scrivere uno rovescia gli aspetti più bui dell´esistenza e qualcosa di costruttivo viene fuori".